Il sonno della ragione, l’aforisma completo, a dire di molti pensatori del passato e non, dovrebbe essere questo : ”il sonno della ragione genera solo mostri”. Si tratta di riferirsi a quei momenti, che ha conosciuto la storia dell’ umanità, in cui sembra essere scomparso o almeno affievolito l’uso della ragionevolezza da parte degli uomini. Sono momenti accompagnati da eventi tragici, indimenticabili, scelte che hanno determinato immenso dolore, distruggendo tutta la fiducia nell’umanità e nel suo futuro.
Cosa sta accadendo oggi? Siamo nel pieno di un nuovo periodo di ”sonno della ragione…” oppure si tratta semplicemente di una crisi cosmopolitica passeggera?
E’ evidente a tutti che soltanto pochi anni fa, imperava un sostanziale ottimismo nei confronti dell’affermazione di una augurabile “pace globale” o, come voleva Kant :”…avanzando verso la pace perpetua”. Accordi di pace di differente natura, con particolare attenzione alla promessa reciproca di ridurre gli armamenti di distruzione di massa, aiuto e sostegno economico “trasversale”, verso le popolazioni più povere, da parte delle ”grandi potenze”, scambio dei risultati delle più avanzate ricerche scientifiche, etc…
Sono bastati pochi anni di crisi, prima pandemica e poi cosmopolitica (intensificarsi delle guerre, in primo quella in Ucraina), per capovolgere completamente lo spettro delle nostre speranze, che ora sono diventate veramente spettrali: si riparla di guerra atomica, di guerra commerciale tesa alla depauperizzazione di intere nazioni a vantaggio di altre, ricerche scientifiche obnubilate ai nemici perchè solo per il proprio uso e consumo, una sostanziale terrificante indifferenza che si registra sui problemi realmente comuni sull’ imminente catastrofe ecologica, non si ha tempo per pensare al pianeta, le urgenze sono ben altre…
Possiamo gridare quanto vogliamo che tutto questo non è ragionevole, perchè conduce alla autodistruzione, in realtà il ”sonno della ragione ” sta già producendo i suoi “mostri”. Il primo e il più significativo di questi mostri è proprio quello di ritenere di poter fare delle scelte di carattere cosmopolitico ed economico, senza tenere minimamente conto di tutte le inevitabili interferenze di un mondo globale. Non si concepisce più se stessi (come affermava Hegel e la sua scuola), in quanto individui (o in quanto nazione), quale membro di una comunità globale, non riusciamo più a comprendere quale sia il nostro ruolo nel mondo globale, ruolo che non possiamo ignorare.
Nel momento in cui decido di invadere una Nazione libera ed indipendente, senza un motivo veramente valido, sono fuori da ogni “ragionevolezza globale”; il sonno della mia ragione non mi consente di rendermi consapevole che non posso agire semplicemente come mi pare, senza interferenze e conseguenze esterne/globali. Così come quando intendo imporre la mia scelta di carattere nazionale/economico, scelta che intende imporsi su tutti i mercati a mezzo di una scorretta concorrenza, allo scopo di egemonizzare l’economia globale; ecco che il sonno della ragione sta producendo un altro
mostro, quello della totale indifferenza verso il destino delle altre nazioni lasciandole in balia di gravi crisi economiche, le cui conseguenze, prima o poi, si riflettono anche contro se stessi.
Il corrispettivo biblico/teologico del ”sonno della ragione” è rintracciabile nell’episodio riportato nel Vangelo di Marco cap.14 versi 37 e 38 . Gesù invita i discepoli a condividere con lui un momento di intensa preghiera, per sostenerlo nell’angoscia dell’imminente prova che dovrà affrontare,
stando svegli a pregare ma… : ” Poi venne e li trovò che dormi-vano e disse a Pietro : ”Simone, dormi? Non sei stato capace di vegliare nemmeno un’ora sola? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione; lo spirito è pronto ma la carne è debole ”Nelle sue parole Cristo non sta ponendo le basi, come intendono alcuni, per un antropologico contrasto spirito/carne all’interno dell’uomo.
Tutt’altro, si tratta di una realistica analisi del comportamento dell’essere umano che si definisce credente: il rimprovero a Pietro, lungi dall’essere riferito alla ”pietra angolare”, è rivolto, suo tramite, a tutte le discepole e discepoli presenti e futuri. La tentazione che li minaccia nel loro stato di torpore è il loro “distacco” da Cristo. Distacco che si manifesterà, in modo drammatico, con la incredibile fuga ( compreso il rinnegamento di Pietro…) dei discepoli al momento dell’arresto di Gesù. La ”carne è debole ”, ovvero le credenti e i credenti non possono fare affidamento sulle proprie capacità e precomprensioni, ciò pone tutti in uno stato di autocompiacimento e autocomprensione che non tiene di nessun conto la realtà socio/politica che li circonda, sono distaccati da essa. Viceversa lo ”spirito pronto” (che presuppone la veglia e la preghiera) è inteso come dono fatto da Dio ai credenti quale aiuto efficace contro la loro debolezza umana, contro il ”sonno della ragione”. Dunque anche la visione biblica riconosce che l’umanità può essere ” intimamente lacerata ” da una assenza di “ragionevolezza/torpore intimo ”che la fa precipitare in un disastroso“ distacco ”dalla realtà globale. Anche la intolleranza è una sua conseguenza,
misconoscere l’altro nelle sue differenze e per questo tentare di subordinarlo o assimilarlo.
Viceversa, la ragione “pronta e sveglia”, è pronta ad ”ospitare l’altro” , con il suo carico umano di libertà e differenza culturale, sempre come ”un nuovo arrivo non identificabile ed imprevedibile, un totalmente
altro… (Derrida)”
di Giuseppe Verrillo