La metafora dello “specchio“ è presente in tutte le culture del
mondo. Per accennare a quella occidentale, possiamo fare
riferimento al mito di Narciso, che si innamora della propria
immagine riflessa, il mito degli specchi rotti e i presagi ad
esso collegati nella storia e così via.
Nel Nuovo Testamento, la metafora più nota è quella di 1 Corinzi 13,12: “poiché
ora vediamo come in uno specchio …. “, il contesto è quello dell’agape cristiana che
per l’Apostolo Paolo aveva una importanza fondamentale nella vita delle comunità.
Questo verso è stato commentato da tanti teologi. Il riformatore del XVI secolo
Giovanni Calvino ne fornì una interpretazione che ancora oggi conserva un valore
teologico di notevole interesse.
Calvino esordisce asserendo: “questo specchio è il messaggio dell’ Evangelo che
Dio ha stabilito come mezzo per rivelarsi a noi…“. Tale conoscenza, secondo
Calvino, appare comunque ancora da “definire”, relativamente alla sua chiarezza,
ma un giorno vedremo Dio direttamente in piena conoscenza.
Dunque noi conosciamo Dio unicamente a mezzo della Sua Parola ma questa
testimonianza ci fornisce “per intero“ la figura di Cristo. La nostra vita è promessa
in Cristo, quindi occorre che la nostra vita si fissi su questo “specchio “, né occorre
desiderare penetrare oltre ( il Cristo …. ). “ vuoi la certezza di essere eletto? Allora
guarda te stesso in Gesù Cristo … Lui è la nostra elezione… “.
L’uomo non troverà mai in se stesso la certezza della sua elezione. Ogni credente è
decisamente parte di Cristo e, a dispetto dei nostri tentennamenti ed errori, è Lui
che ci tiene presso di sé. Noi credenti siamo sempre sull’orlo del precipizio, spesso
abbiamo l’impressione di precipitare… ma Dio sorregge i suoi eletti affinché non
sprofondino mai, li aiuta a superare le tempeste. Dio non schiaccia mai nessuno …,
tende sempre una mano per aiutare.
In Cristo nostro “ specchio”, la decisione di Dio riguardo all’elezione dell’umanità
credente , rimane stabile, “ più stabile dei cieli … “ ( affermava Calvino ). Sarebbe
una follia per i redenti cercare sostegno e salvezza all’infuori di Cristo.
In Cristo nostro “specchio”, Dio è totalmente vicino all’essere umano, si sente unito
a lui, e se siamo feriti…., Egli stesso si sente ferito (la parabola del Buon
Samaritano). L’essere umano non sarebbe degno di tanto amore e cura da parte di
Dio ma l’immagine di Dio stesso in loro “ non tollera nessuna ferita “!
Ne consegue che colui che fa un torto a un suo fratello , uno di questi minimi come
diceva Gesù, fa un torto a Dio stesso. Occorre amare Cristo nei nostri fratelli, se
tutti noi rendessimo conto di questo non faremmo così facilmente il male.
Aveva già detto Lutero, alcuni anni prima di Calvino;”… questa volontà segreta
(l’elezione del credente) di Dio non va esplorata ma adorata con timore e tremore
come un profondo e santo segreto dell’alta maestà che Egli ha voluto tenere per sé “.
Tuttavia a mezzo della Sua rivelazione, Dio vuole la beatitudine di tutti e che
questa rivelazione sia proposta a tutti gli uomini.
La storia dell’umanità , come abbiamo detto, è ricca di “specchi”.
Oggi uno di essi, forse il più significativo, è certamente la televisione. Quest’ultima
ha la capacità, almeno negli ultimi anni, di proporsi non solo come un semplice
“specchio” ma si arroga il diritto di proporre l’immagine di ciò che uno/una
dovrebbe essere al di la di come realmente siamo. Questo Polifemo del XX secolo ha
la capacità di arrogarsi il diritto di importi le sue proposte di scelta. Il telespettatore
vive nella beata illusione di avere la capacità di scegliere tra tante proposte, vuoi
pubblicitarie, documentarie, informative …. etc ….ma in realtà ogni palinsesto è già
il risultato di una cernita, c’è già chi ha scelto per te.
La riprova di tutto questo è nel condizionamento che ognuno di noi subisce nelle
scelte dalle proposte pubblicitarie.
Altro “specchio” del XX secolo, decisamente più tecnologico e sofisticato, è
“internet”. Esso offre dei vantaggi indiscussi in termini di comunicazione
immediata oltre che di risoluzione di problematiche un tempo inimmaginabile …
Tuttavia, quanti pericoli, attraverso tutte le sue possibilità di applicazione. Milioni
di immagini e messaggi che definire “spazzatura“ è dire niente, eppure esse
circolano liberamente sul web senza nessun freno evidente, condizionando le menti
più fragili, particolarmente quelle di bambini e adolescenti.
Internet è paragonabile allo specchio della strega nella favola di “ Biancaneve” , ti
dice quello che vuoi sentirti dire…. anche se non è assolutamente la verità .Perché
nel momento in cui ti dicesse la verità, saresti capace di fare di “tutto“ pur di
cambiarla a tuo favore, anche rinnegando te stesso.
Se “gli occhi sono lo specchio dell’anima … “ , gli specchi del XX secolo , tv , web …
etc. sono ciò che noi vogliamo che siano: mistificatori della realtà, trasformandola in
realtà virtuale perché “addolcita” ( edulcorata).
Questi mezzi rappresentano una vera e propria “ controcultura” , hanno la pretesa
di essere dei veicoli, ovviamente non solo informativi, che vogliono soppiantare la
base delle grandi culture della storia. La conditio umana viene radicalmente
trasformata dal web, in primo e dalla tv, a mezzo di un artificium: ovvero tutti
possono ritenersi autodidatti, imparare senza maestri le lezioni cruciali
dell’esistenza, perché basta il web! Tutto questo alimenta un falso sentimento di
libertà, essa diventa: libertà di arrischiare, esagerare, sperperare, fatta di forti
accelerazioni, di esplosioni, di autodistruzione, tutto nel modo più acritico
pensabile.
Come sempre, anche in quest’epoca, la Bibbia pone l’uomo di fronte a una scelta: in
quale specchio ti vuoi riflettere? Quello della Parola di Dio o quello del web?
La domanda è fondamentale, per chi la sa valutare in tutte le sue conseguenze , non
si tratta di una semplice scelta di orientamento, bensì di dare una svolta alla
propria esistenza. Si tratta di scegliere il superamento di se stessi, l’abbandono delle
proprie pretese di libertà.
Giuseppe Verrillo